Nell’Astigiano due fratelli maghi del suono dietro le quinte danno voce agli artisti da Bolle e Patty Smith
Restano sempre un po’ nell’ombra, nascosti dietro a mixer e complicate macchine con tanti pulsanti colorati. Ma senza di loro il concerto non suona e lo spettacolo non si sente. Sono fonici e tecnici, ruoli complicati che richiedono professionalità ma anche talento creativo.
Titolari dell’Elettra Service di Castiglione Tinella, i fratelli Marcello e Roberto Manzo lavorano nel settore dal 1994: allestimenti audio, luci e video dalle piazze ai teatri, passando per radio e televisione, sono «il mestiere ereditato da papà Vittorio». Il dietro le quinte più recente è quello per «Danza con me», trasmissione con Roberto Bolle che andrà in onda il 1° gennaio su Rai Uno, uno spettacolo con grandi ospiti. «E’ stato registrato a Milano, in uno studio allestito ad hoc – spiega Marcello Manzo – Chiamato tramite un’azienda con cui collaboriamo e con la ditta Calvini Light di Arma di Taggia, ho lavorato come “fonico diffusione studio e ascolti per artisti”».
Ballerino bionico
Termini tecnici per un dietro le quinte durato 20 giorni, per costruire due ore di show: «Un lavoro molto diverso dal live, con ore di prove e tempi dilatati – continua Manzo – Non abbiamo avuto modo di parlare, ma ho visto Bolle impegnato nei balletti e nella preparazione dello show: è molto professionale, estremamente serio e riservato, sempre impegnato nelle prove. Un lavoro senza sosta: quando non ballava, faceva stretching. Un fisico impressionante, una statua di marmo, un uomo bionico dove riesci a vedere ogni muscolo, ogni singolo nervo». E poi gli ospiti: «Sting è arrivato con 2 musicisti e 5 tecnici – continua – Tra gli altri anche Tiziano Ferro e Fabri Fibra, persona molto disponibile».
Patti Smith a passeggio
In tanti anni i fratelli Manzo hanno avuto l’opportunità di lavorare con molti artisti: «Più sono professionisti e meno dura il sound check – commenta Marcello Manzo - Ricordo Patti Smith ad AstiMusica molti anni fa: pochi minuti per le prove e, in 3 giorni di permanenza ad Asti, tante passeggiate da sola per la città, mentre ci sono cantanti meno prestigiosi che girano scortati». In tv Manzo è stato dietro le quinte anche a Sanremo per il Dopofestival (mixaggio in diretta delle parti musicali), mentre in radio recentemente ha lavorato per la diretta del melodramma «Io sono il proiettile».
Nell’Astigiano Elettraservice segue da anni concerti per le principali rassegne musicali, da AstiMusica e al Festival Contro di Castagnole Lanze. Negli anni non sono mancati complimenti e gratificazioni: «Ricordo un concerto di Capossela: a fine serata mi disse “non mi sono mai sentito così bene” (non si parla di salute ma di suono, ndr). Oppure i torinesi Accordi e Disaccordi, che mi chiesero di accompagnarli nel tour in Russia». Spettacoli nelle piazze si affiancano al lavoro per il teatro (dalla prosa alla musica), come quello per l’Alfieri di Asti: «Tra gli impegni più recenti, il concerto gospel e quello del violinista Ara Malikian – continua - Il 1° gennaio sarò nuovamente a teatro per il Concerto di Capodanno dell’Orchestra Sinfonica di Asti». Ma nel curriculum dell’Elettra Service ci sono anche tappe fuori regione e oltre confine, da Bolzano alla Francia: «Con noi lavorano tecnici freelance e di cooperative di servizi tecnici – continua – Nel microcosmo Elettra Service gravitano una decina di persone, soprattutto quando gli spettacoli sono più complessi, con band numerose o con tanti artisti che si alternano sul palco».
Dall’altra parte del palco
Ma Marcello Manzo non si ferma al dietro le quinte: «Mi piace ogni tanto passare dall’altra parte del palco». E così imbraccia il sax nel duo Basso Profilo, con gruppi astigiani come Ondasferica, Acoustic Power e Fiati Pesanti.
Se la musica suonata è soprattutto un hobby, l’impegno dietro il mixer resta l’attività principale: «L’amico Renzo Abbate (promoter di PiemonteUno) mi ha ribattezzato “fonico da live” – continua – Per fare questo lavoro un po’ artigiano servono passione e pazienza. E’ un mestiere dove si devono usare mani, testa, orecchie. Ho avuto la fortuna di poter entrare in questo mondo seguendo papà: ho ereditato la sua passione coltivandola con un corso a Modena e con tanta esperienza “sul campo”. La pratica è fondamentale per misurarsi con le esigenze più diverse: ci sono tante cose da collegare perché tutto possa funzionare e rendere alla perfezione, dal microfono al mixer. Ci vuole tempo e mestiere, come gli artigiani». Tecnica che non rinuncia alla creatività, tanto da trasformare un bidone dell’immondizia in cassa acustica. Chi ha incontrato Marcello Manzo ne conosce la professionalità, il piglio ironico, la battuta, la capacità di accogliere con il sorriso le richieste degli artisti, anche quelli incontentabili.